Ci sono momenti durante la vita in cui ci perdiamo, perdiamo l’obiettivo, perdiamo il senso, perdiamo orientamento, perdiamo noi stessi.
Questi sono momenti di crisi, perché crisi significa
Perturbazione o improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una collettività, con effetti più o meno gravi e duraturi: una c. spirituale, religiosa; c. di coscienza; la c. della società. [dal dizionario]
Significa che qualcosa è giunto a coscienza e inevitabilmente questa nuova consapevolezza ci porta verso il cambiamento, o meglio, una modificazione del modo di vedere e di essere.
Alla nostra parte razionale non piace vivere i momenti di crisi, poiché non ama i cambiamenti.
Non sai mai cosa trovi, ma sai cosa lasci…
Questo produce uno scompenso emotivo e psichico importante, ovviamente se non si è centrati e non si è abituati a fluire nel flusso costante dell’energia vitale.
La crisi è una grossa opportunità per ogni individuo. E’ un momento che dovrebbe essere riconosciuto e accolto come una benedizione, perché è un portale che può condurre verso qualcosa di migliore.
Nessuno ci insegna a gestire le crisi, nessuno ci spiega che quel dolore che proviamo è una soglia e va ascoltato. Dovrebbe essere un momento di introspezione profonda, di raccoglimento delle energie che serviranno poi per il alimentare il coraggio che servirà per cambiare, per prendere una direzione diversa.
E’ un momento sacro per la vita di ognuno di noi e come tale andrebbe vissuto nella pienezza che porta.
Avere una crisi denota che qualcosa nella vita stona, che sia una situazione improvvisa, o stagnante che è arrivata al culmine, dovrebbe essere una presa di coscienza.
Non è semplice uscire dalle crisi, perché non tutte le crisi sono di uguale impatto e misura. Con le piccole crisi è possibile riuscire da soli: con presenza e disidentificazione è possibile osservare, e nell’atto di osservare è insita già la soluzione/guarigione.
Con le crisi più pesanti, quelle che mettono in discussione i punti chiave della vita, i valori, ma anche solo aspettative o illusioni create in base ad un tipo di conduzione di vita, servirebbe un appoggio, una spalla, un occhio in più, una parola terapeutica che allevi le pene e infonda coraggio e discernimento.
Ti insegno un metodo efficace per i momenti di crisi più banali :
Prenditi mezz’ora, di sera è meglio, la sera nel suo archetipo è adatta per questo tipo di lavoro, entra in una stanza in solitudine, una stanza in cui stai bene e c’è senso di protezione, prendi un quaderno e una penna, accendi un incenso se vuoi, ma stai in silenzio. Siedi comodo e inizia a respirare. Inizieranno ad affiorare pensieri, sentimenti. Non ti ci aggrappare, osservali, potrebbero fare male, ma è solo una parte di te che soffre. Tu sei molto più grande. Davvero è così.
Osserva i pensieri, le emozioni, il dolore. Scrivi le parole che più emergono, dai un nome ai pensieri, dai un nome alle emozioni. Scrivile sul quaderno e non badare a come le scrivi, ma lascia che affiorino ed escano attraverso la punta della penna.
Scrivi finché ne avrai, e a un certo punto, vedrai, finiranno, rimarrà solo il silenzio.
Allora respira, chiudi il quaderno, mettilo via per ora. Se puoi, ora riposa un po’.
Dopo il riposo dovresti sentirti meglio, un pochino, la crisi non è passata, è solo domata, è emersa dal profondo e ora la puoi vedere meglio. Puoi riprendere ciò che hai scritto, puoi elaborarlo razionalmente ma ti consiglio anche di usare la sensibilità dell’intuizione, per osservare meglio dove sei rispetto la crisi o l’evento/cosa che te l’ha suscitata. Da quel punto di osservazione è più facile vedere le azioni possibili da fare.
Se hai provato, fammi sapere com’è andata.
Se hai capito che la crisi è una di quelle pesanti, non avere paura e chiedi aiuto.
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