Occupandomi della parte invisibile dell’essere umano mi imbatto quotidianamente sulla parola “Anima”, oggi fortemente abusata. Sta diventando quasi un capro espiatorio di redenzione.
Studiando, leggendo, meditando, riflettendo, sono arrivata alla conclusione (per ora, si sa che è sempre possibile cambiare idea) che l’Anima è quella scintilla che si incarna nel momento della nostra venuta su questo Pianeta.
E’ una specie di scintillina che mette in moto la macchina, che riempie il guscio che abitiamo e che rimane connesso allo Spirito, sempre tendente ad andarci incontro.

In poche parole, credo sia la traduttrice simultanea tra il mondo spirituale e il mondo materico, perché noi con i soli cinque sensi non possiamo minimamente pensare di percepire cosa c’è oltre la nostra manifestazione fisica; serve quella particolarità in più che permette di andare oltre i cinque sensi e di attivare quelle percezioni extracorporee che noi umani poco evoluti raggruppiamo sotto il nome di sesto senso.
E si parla anche che l’Anima viene ferita, tanto da aver individuato ben cinque ferite generiche che possono far sì che l’Anima sia disturbata, ma io penso che l’Anima non possa essere toccata dalle emozioni.
Le emozioni sono qualcosa che riguarda il nostro vivere qui, più che altro oserei dire che sono ferite che non ci permettono di connetterci con l’Anima sentire cosa ha da dirci.
E’ inutile, quindi pensare ad un’Anima ferita, perché se è ferita, abbiamo poche possibilità di ritrovare la via per condurci fuori da questa visione malata della vita, in cui il bene e il male si fronteggiano, e pare che sia spesso il male ad averla vinta, perché mai? Chiederete voi. Io ho cercato di rispondere a questa domanda.

Mi sono risposta che è tutta un’illusione, un gioco di luce e ombra proiettati sul grande schermo dell’esistenza, in cui l’Anima interpreta una parte attraverso il vestito della nostra individualità. Individui che sentono il bene e il male, che provano gioia e sofferenza, che si disperano, ma che possono anche divertirsi.
Ma alla fine, quando ci spoglieremo di tutto questo attraverso il passaggio della Morte, all’Anima sarà rimasto forse solo il ricordo di un’esperienza fatta.
In pratica, finchè ragioniamo con i nostri cinque sensi, sono convinta che sarà impossibile pensare di parlare di Anima, Spirito, divinità e quant’altro, perché non ci è possibile raggiungere queste consapevolezze attraverso il nostro corpo fisico. Possiamo solo provare ad intuire cosa succede dentro di noi in determinati momenti della vita.
So che potrei sembrare un’eretica, ma credo che occorre dare una svolta alla solita zuppa che da sempre ci viene propinata.
Quindi l’abbiamo un’Anima o lo siamo un’Anima? Ve lo siete mai domandato?
Potremmo stare qui a filosofeggiare per giorni, ma non arriveremo mai a toccare la verità assoluta, perché potremmo solo sfiorare l’idea ad esso legata.
Una cosa è certa, ci connettiamo con l’Anima attraverso la bellezza, e l’arte è uno dei linguaggi con cui la nostra Anima comunica con questo mondo.
State in mezzo all’arte e alla bellezza, meditate, state in silenzio, e vediamo se un qualche tipo di connessione avviene. Io dico di sì.
Testo a cura di Serena Tracchi
Canale YouTube
Essenze di Luce e Atelier delle Arti Libere di Serena Tracchi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

Lascia un commento