Si sa, ormai, che Natale non è la nascita di Gesù Cristo. Questo inganno è stato accuratamente messo in piedi da Costantino, che, convertito al Cristianesimo, ha deciso di sostituire la festa del Sol Invictus, di cui era protagonista il dio Mitra, con la festa dei natali di Gesù.
Poco importa, anche se sarebbe gradita ogni tanto sapere la verità, ma non è pregio di questi tempi.
Il Natale porta con sé tutta una serie di consapevolezze che possono anche provocare disagi e dolori, cioè emozioni che abbassano il livello di gioia e alzano l’asticella dello stress.
Dipende tanto da come si è vissuto il Natale da bambini, da cosa poi abbiamo deciso di portarci dietro, nello zaino della vita, ma anche dai ponti che abbiamo percorso negli anni.
La famiglia, i regali, l’essere più buoni… sono archetipi che ci vengono inculcati a tenere età, da perseguire durante i giorni di feste natalizie, per chi è nato qui in questa parte del mondo, in questo stile culturale.
Qui mi rivolgo a chi non riesce a comprendere l’euforia del Natale, soprattutto i “doveri” nei confronti del Natale: non sentitevi a disagio, semplicemente riuscite a vedere più in là dei tanti accecati dalle lucine natalizie. Non che ci sia niente di male a sentire lo spirito di Natale, anzi… ma è il perchè lo si sente che cambia il senso.
Il Natale è ricco di simbologie che i più non conoscono e non vedono, ma una parte di noi, più profonda riesce a connettersi con il profondo Sé transpersonale che riesce a cogliere i messaggi.
So che non è facile, perché sembra di andare contro corrente, ma sappiate che non siete gli unici a pensarla diversamente dalla massa.
Molti dicono di odiare il Natale, ma poi si scambiano regali, e vanno a cene e pranzi. E’ l’incoerenza che stona.
A tutti voi chiedo coerenza. Trovate la serenità del cuore e abbiate fiducia, riprendetevi il vostro posto nel mondo e dopo avrete la chiave per riaprire le porte della gioia, anche sotto le Feste Natalizie. Esternate le vostre necessità, evitando la rabbia, nessuno a colpa se non quella di seguire la moda, ma siate autentici con risolutezza e pace.
Stare soli in questo periodo dell’anno è un dono, non una condanna. Ci dà la possibilità di stare nella contemplazione di un momento importante del ciclo vitale: la rinascita.
Ma se proprio non potete fare a meno di partecipare a cene e pranzi anche con i vostri parenti serpenti, divertitevi almeno a osservare, voi stessi e gli stessi parenti, le dinamiche, i giochi di ruolo che si instaurano in queste occasioni. Non ne abbiate paura.
Pertanto, cari amici, lettori di questo breve articolo, il mio augurio è quello di ritrovare la pace dentro di voi, il silenzio che ci permette di ascoltare il sussurro divino, e la gioia pura, che creerà la bellezza del domani.
Buon Natale…
Serena
Foto di copertina : miezekieze
Testo a cura di Serena Tracchi
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