Il senso di smarrimento

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Credo che la maggior parte delle persone oggi sia distaccata dal suo Sè transpersonale che è il nome che Roberto Assagioli dà alla parte di noi che rimane sopra l’esperienza dell’Incarnazione, potrei dire che è quella chiamiamo parte divina. Questo distaccamento, dico io, produce un senso che tutti abbiamo sperimentato : il senso di smarrimento. Non riuscendo più a comprendere chi siamo, e cosa stiamo facendo, facciamo fatica a riconoscere la via spirituale dell’unione e comunione con l’altro, per sentirci parte di un tutto.
Diventiamo così in connessione con un’altra parte, la Luciferina, ovvero quella parte nascosta e infernale che ognuno di noi ha latente.

Questo è il dilemma dell’uomo in questa dimensione.

In psicosintesi è possibile prendere coscienza di questi aspetti, ma occorre la volontà di volerlo, mi scuserete il gioco di parole, ma rende bene l’idea che alla base di qualsiasi direzione, senso per l’appunto, ci debba essere una scintilla che fa muovere o non muovere le cose.

Siamo smarriti in un labirinto di possibilità mentali. Senza la volontà di voler trovare la strada, però, non sarà possibile individuarla e ancor prima cercarla.

E il lato Luciferino tenderà a trascinare sempre più giù la coscienza fino a far perdere completamente il senso di fratellanza.

Esistono degli esercizi, delle meditazioni che aiutano a ritrovare la strada verso quel senso di unione perduto. E’ importante ritornare a prendere questo tipo di coscienza. Ne va del senso di umanità.


Testo a cura di Serena Tracchi

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