Ultimamente mi è capitato di dover andare a fare degli esami medici.
Solitamente godo di buona salute e i piccoli malanni che ogni tanto mi colpiscono, riesco a risolverli con cure naturali o poco più di qualche analgesico che mi permette poi di trovare soluzioni anche sugli altri piani, oltre quello fisico.
Tuttavia, in questo ultimo periodo, sono stata inondata di responsabilità e questioni da risolvere, tanto da farmi cedere fisicamente. Così decido di andarmi a fare una diagnosi medica specifica.
Impegnativa e appuntamento presi.
In auto, nell’andare alla struttura ospedaliera, mi scopro a fare pensieri distruttivi e congetture. Non sul mio problema, ma sul trattamento che avrei ricevuto da tutti : a partire dalle segretarie dello sportello d’accoglienza, fino al medico, passando dallo sportello per pagare il ticket.
Pensavo già di perdermi nel labirinto ospedaliero, addirittura ho cominciato un colloquio tra me e me per giustificarmi del fatto che non avevo stampato la richiesta e nella mia testa mi avevano già interdetto la visita a causa di questa mia mancanza, con conseguente mia rabbia che dovevo cercare di non far esplodere, ma arrivare a sfruttarla per farmi fare la visita.
Mi ero già vista impossibilitata a pagare nello stesso giorno il ticket allo sportello, poichè sulla carta c’era scritto che mi dovevo presentare già con il pagamento effettuato.
E per finire, nel mio inconscio ero al cospetto di un medico stronzo che mi addossava colpe per non aver fatto prima gli esami e che la grave situazione in cui mi trovavo era tutta colpa mia e della mia arroganza nell’affrontare le questioni di salute in modi poco convenzionali. Tutto ciò con il fuoco rabbioso che ardeva dentro di me e che era a un passo da esplodere.
Poi il pensiero per fortuna ha avuto un attimo di pausa, questione di qualche secondo, ma sufficienti a permettermi di tornare a prendere il controllo della situazione e a rendermi conto che ero ancora in macchina e che non ero nemmeno vicina all’ospedale.
Cosa mi era successo? Cosa mi aveva portato a immaginare tutte quelle situazioni pessimistiche?
Gli studi in psicosintesi mi hanno allenato ad osservare le subpersonalità che prendono il sopravvento durante il vissuto di emozioni simili a quelle provate alla loro nascita. Ed ero certa che lì ne stava agendo una bella forte, che mi mostrava la sua visione di realtà.
Così ho ripreso il controllo ridando la console di guida al mio Io centrale, che si mette in collegamento con il Sè Transpersonale, che trascende ogni stato emotivo. E finalmente sono riuscita a vedere lucidamente cosa stava accadendo.
La subpersonalità che inizialmente stava guidando i miei pensieri, soffre probabilmente di una qualche resistenza emotiva, che altro non è che una reazione di difesa. Aveva bisogno di sfogare la rabbia verso le istituzioni, e in questo caso la burocrazia della sanità italiana e la mancanza di tatto dei medici che spesso fa più danno che bene, e infine la paura di non trovare il posto
Le esperienze vissute precedentemente mi hanno insegnato quanto sopra immaginato, quindi dovevo prepararmi a sfidare il nemico per prima, per non farmi trovare impreparata ad un quasi certo attacco.
Tornando al centro di me stessa sono riuscita a guidare i pensieri in un’altra direzione. Mi sono distratta da quel brontolio immaginativo e non ho più nutrito quella sensazione fino a che ho tranquillizzato quella parte di me spaventata e aggressiva allo stesso tempo.
Qualsiasi cosa avessi vissuto quel giorno, sarebbe stata solo un’esperienza da vivere nel miglior modo possibile. L’avrei osservata senza prenderla sul personale.
Inutile dirvi che è andato tutto molto bene.
Ho trovato parcheggio comodo e gratuito, ho fatto una breve passeggiata, ho trovato persone molto accoglienti, che addirittura mi hanno sollevato dal mio errore di non aver portato l’impegnativa stampata.
Il medico è stato un bravo medico, simpatico e premuroso, e alla fine mi ha anche tranquillizzato per il fatto che stavo benissimo e me la sarei cavata con poco.
Ho voluto raccontarvi questa storia, perchè immagino che in tanti avrete vissuto un’esperienza simile. E’ molto importante imparare ad accorgersi quando c’è qualcun altro alla guida. E ogni volta che incontrerete parti di voi che prendono il sopravvento senza il vostro consenso, sarà un frammento del vostro essere che ritrova il suo spazio e il suo senso.
Integrazione dell’essere, la chiamo, cioè riuscire ad integrare più parti possibili di noi, il chè significa prenderne coscienza.
Più parti riconosciamo, più sarà semplice vivere, ma soprattutto scegliere la direzione.
Testo a cura di Serena Tracchi
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