Sta diventando sempre più urgente attivare la consapevolezza. Quel senso innato e assopito che ci fa iniziare un processo di presa di coscienza.
Iniziamo a chiarire cosa significa consapevolezza, qual è il cuore, la sintesi, la quinta essenza di questo stato. Essere consapevoli non significa solo sapere determinate cose, significa integrare quelle stesse cose di cui abbiamo saputo, all’interno del nostro essere.
Il solo e semplice sapere è uno stadio più superficiale, che impiega la memoria e un grado cognitivo basico. Mentre quando inizi a diventare consapevole di ciò che hai saputo, hai la presenza e responsabilità di integrare l’esperienza. Sei consapevole quando inizi a porti delle domande su quel qualcosa che sai e ti rendi conto che “sai di non sapere”.
Sei consapevole quando osservi in maniera distaccata e non ti lasci travolgere dalle emozioni e anche qui specifico che gli stati emotivi non possono essere cancellati, ma quando sei consapevole, le emozioni diventano strumento di evoluzione personale e non governano, come accade nell’altro caso.
Cosa attiva la consapevolezza? L’igiene del pensiero.
Sei hai un mentale pulito hai lo spazio e la luce necessaria per osservare meglio ciò che accade. Purtroppo, siamo una generazione nata da centinaia di anni di manipolazione e la manipolazione spegne la consapevolezza e la potenza interiore.
Partendo dall’istituzione scolastica, fino ad arrivare alla gestione intima e familiare, toccando anche l’interesse politico e religiosi, possiamo fare una carrellata di indottrinamenti imposti di cui non ci accorgiamo finché qualcuno o qualcosa ce lo fa notare.
Ho scoperto che questi indottrinamenti fanno parte integrante del nostro essere tanto quanto i nostri organi. Sono nelle nostre cellule, sono nel nostro dna, soprattutto nel mitocondriale e continueranno a gestire la nostra vita al posto nostro se non ci occupiamo e preoccupiamo della nostra capacità di poter scegliere consapevolmente.
Il nostro compito, se ci interessiamo di noi e del nostro essere, è quello di pulire il più possibile le pieghe dei pensieri che facciamo, scoprendo i meccanismi che ci portano a non vedere oltre ciò che subdolamente ci viene inculcato.
Trovate modo, quindi, per lavorare il più possibile sulle vostre sensibilità. E non fatevi ingannare dal vostro stesso ego, che vi sta dicendo che non avete più bisogno di stare attenti perché siete già svegli e consapevoli, anche questa è una trappola. Non si finisce mai di trovare lavoro all’interno di sé. Siamo vasti e profondi e quando iniziamo il percorso interiore veramente, nonostante tutto il lavoro fatto prima, si capisce che si è solo all’inizio, perché ogni presa di coscienza è come un vaso di Pandora.
Non è un caso che viviamo in una società di disadattati, malati, frustrati, incattiviti e invidiosi. Le persone consapevoli non potranno mai adattarsi ad una società così. Prenderanno le distanze dai pensieri che conducono a quella vita, sempre più in proporzione al loro grado di consapevolezza. Mentre tutti gli altri si crogioleranno nelle loro incapacità di uscire, continuando a trovare scuse e capri espiatori, ammalandosi e deprimendosi per rimanere allineati al sistema. E’ tutto inconscio ovviamente, non lo fanno apposta, ci cadono dentro e non riescono a rialzarsi. E’ successo anche a me, penso sia successo a quasi tutti quelli che stanno leggendo questo articolo.
Quello che voglio sottolineare è che se aspettiamo che qualcuno ci salvi, rimarremo schiavi.
Quello che voglio urlare a pieno cuore è che dentro ognuno di noi esiste una forza che tende verso la vita e dobbiamo trovarla e se non ce la facciamo, ma ne siamo consapevoli dobbiamo cercare aiuto. Perché ognuno di noi può fare la differenza nel cambio di paradigma di questa realtà.
Abbiamo bisogno di gente consapevole per costruire un nuovo modo di vivere.
Testo a cura di Serena Tracchi
Canale YouTube
Essenze di Luce e Atelier delle Arti Libere di Serena Tracchi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Foto di copertina : Ashiq Raazz da Pixabay


Lascia un commento