Manipolazione e linguaggio

È da un po’ che non scrivo articoli per il blog dell’Atelier. Non è semplice avere sempre qualcosa da dire di interessante, che non sia sempre la stessa zuppa riscaldata.

Oggi con l’intelligenza artificiale sembra che sia facile produrre materiale, ma non è così. Chi è con un piede fuori dal sistema lo comprende, perché è chiaro che un contenuto senza anima, nutre poco. E il mio scopo qui, è riuscire a dare qualche cosa di consistente e non solo parole da leggere che sfiorano appena lo spirito.

Nemmeno la forma più evoluta di intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’uomo. Perché nell’essere umano esiste qualcosa di irriducibile al sapere delle macchine: la coscienza di sé, il libero arbitrio, il dubbio, i sentimenti.

afferma Faggin, e io concordo in pieno.

Il problema è che siamo talmente manipolati che la persona “media” difficilmente si accorge che sta leggendo o guardando qualcosa creata con un computer. Non perché gli altri abbiano dei superpoteri, ma semplicemente perché abbiamo ancora attivo il senso del dubbio, del discernimento, e la presenza al momento è più stabile rispetto a chi è immerso nell’oceano della manipolazione di massa.

Vi siete accorti di come è cambiato il linguaggio moderno? Di come si è impoverito? Di quante parole desuete sono nate perché non sono più utilizzate dalla massa?

Il linguaggio è l’opera prima. Togliendo la possibilità di esprimersi, o di esprimersi in maniera banale e superficiale, provochiamo un rinsecchimento dell’empatia e della capacità di mettersi in discussione e anche della capacità di immaginare oltre i nostri confini, non riusciamo più ad immaginare qualcosa di diverso.

Impoveriamo le nostre aspettative su noi e sul mondo e la realtà si plasma queste correnti di pensiero collettivo.

La fisica quantistica e diversi esperimenti e studi fatti nel secolo scorso ribadiscono il concetto di pensiero creativo, e non fanno altro che sostenere leggi universali conosciute già dagli Antichi. Non è cosa nuova, quindi, ma pare che l’essere umano si faccia prendere dal flusso costante della manipolazione di massa, ipnotizzati nonostante si pensi di essere dotti e acculturati. Una maleducazione allo stato di libertà, ci pone al servizio del padrone, mettendo l’essere umano medio in uno stato di schiavitù conciliata da un apparente benessere; benessere, tutto sommato.

Ed è quel ‘tutto sommato’ che ci frega.

Allora per il prossimo anno vi chiedo, a voi che leggete, di non accontentarvi più, e di trovare le parole giuste per formulare le vostre nuove visioni della realtà che vorreste vivere.

Leggete e non perdetevi nel flusso mediocre, acquisite parole, inventatene di nuove se potete, ma ricominciate ad usare l’immaginazione, perché è attraverso la formulazione di nuove immagini che riprogrammiamo il nostro inconscio e se possiamo portare a coscienza quanto più possibile i nostri abissi, allora abbiamo speranza.

Abbiamo bisogno di persone consapevoli per costruire il nuovo mondo.


Immagine di copertina di Sarfraz da Pixabay

Testo a cura di Serena Tracchi

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